21/12/12

TORINO È ANTIFASCISTA.
FUORI FORZA NUOVA DALLE CITTÀ.

Sabato 15 dicembre un "corteo" indetto da Forza Nuova avrebbe dovuto sfilare per le vie del centro cittadino. Come antifascist* abbiamo partecipato al presidio e al successivo corteo che ha tenuto le strade del centro e sottratto visibilità e agibilità alla canaglia fascista.
Vogliamo ribadire che uno degli impegni della palestra è e rimane quello antifascista: non possiamo tollerare che in una città medaglia d'oro alla resistenza, sfilino gruppi che si rifanno apertamente all'esperienza storica del fascismo, portando avanti discorsi razzisti, sessisti e omofobi, cioè tutto ciò contro cui la nostra palestra, sin dalla sua nascita, ha voluto porsi. 
Riteniamo che in un periodo di crisi come quello attuale sia necessaria la massima vigilanza nei confronti di questi figuri e la massima determinazione per chiudere loro qualsiasi spazio. Per questo motivo vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per la giornata di sabato, nella quale, pur con tutte le difficoltà, la Torino antifascista è stata in grado di farsi sentire e di dimostrare ancora una volta che Forza Nuova o simili qui non trovano spazio.
Infine, e come sempre, un ultimo pensiero va alla questura che ha voluto mobilitare un vero esercito contro gli antifascisti per permettere ad una ventina di fasci di fare la loro lercia parata; e, naturalmente, anche ai media mainstream, per i quali i fascisti sono miracolosamente divenuti cento o centocinquanta.
In ogni caso, non ci preoccupiamo troppo di quello che volete dire, sappiamo fin troppo bene che cosa fare.

SEMPRE SU LO SGUARDO
PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFABOXE TORINO 

03/12/12

UN ABBRACCIO A STEFANO DALL'ANTIFABOXE TORINO.
NON AGGIUNGIAMO ALTRO,
LA RABBIA E' TROPPA E LE PAROLE SONO FINITE.

Con i compagni\e di milano.


29/11/12

Provvedimenti repressivi per 17 compagni
Alla fine di questa movimentata giornata, che ha visto un ennesimo attacco intimidatorio da parte della procura di Torino nei confronti dei compagni/e del movimento NO TAV, la palestra popolare Antifaboxe è al fianco di Ruben e Cecilia, due pugili e compagni dell’Antifaboxe, e di tutti gli altri compagni e compagne raggiunti da provvedimenti restrittivi della loro libertà.

La palestra popolare, come tutto il movimento NO TAV, non si lascia intimidire da questi dispositivi a timer segnati ad hoc sul calendario della procura di Torino, che a questo punto toglie la maschera e si rivela con chiarezza un organo politico della lobby SI TAV.

Per noi questo non è che un motivo in più per contrastare e portare avanti la lotta contro il TAV, una grande opera inutile che porta al fianco un modello di repressione fatta di esercito e polizia, idranti e CS, pestaggi indiscriminati e arresti costruiti sul nulla.
Per questo ci troverete sempre lì davanti, puntuali come i vostri timer.

Ora e sempre NO TAV, sempre su lo sguardo 

AntifaBoxe

Vogliamo esprimere la massima solidarietà e vicinanza alle compagne e ai compagni che questa mattina hanno subito le attenzioni moleste di polizia e magistratura. Nella convinzione del fatto che manganelli, gas e misure repressive di vario tipo non ci hanno mai intimidito né fermato e che non lo faranno nemmeno questa volta, ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a un'opera distruttiva e follemente dispendiosa, agli interessi che ci stanno dietro e all'apparato che la sostiene e difende.
Ancora una volta, in alto i cuori No Tav
Antifa Boxe

22/11/12


Oggi (22/11) leggiamo di una tregua tra Israele e Palestina, dopo nove giorni di massacri in cui hanno perso la vita oltre cento palestinesi (civili e molti bambini) e che hanno portato distruzione nella striscia di Gaza, rendendo ancora più dura la già difficilissima esistenza del popolo palestinese.
Ancora una volta la politica di Israele ha mostrato il suo volto più duro e il suo intento di genocidio e, ancora una volta, di fronte a questa realtà brutale tanto i media mainstream quanto la comunità internazionale hanno tenuto atteggiamenti disgustosi nel tentativo di falsificare una realtà che appare chiara a chiunque la voglia osservare lucidamente. La sproporzione assoluta tra le forze israeliane e quelle palestinesi; il continuo stillicidio, l'umiliazione e l'oppressione quotidiana che i palestinesi vivono e che possono portare alla luce del sole solo lanciando qualche razzo verso Israele, ricordando così al mondo le loro sofferenze; la situazione sempre più letale che i vari raid israeliani lasciano nella striscia, vengono cancellati in discussioni bugiarde sul diritto di Israele di difendersi e di esistere, su chi ha aperto l'ostilità eccetera, dipingendo in questo modo una situazione in cui due stati e due eserciti si fronteggiano.
La verità è un'altra, la verità è che Israele attacca direttamente la popolazione palestinese: sulla pelle dei civili palestinesi si consuma la campagna politica per le prossime elezioni israeliane, così come si giocano tentativi di ricreare equilibri internazionali in quella zona scossa da primavere arabe e lotte civili ancora in corso (cruciale, in questo senso, il rapporto con l'Egitto del nuovo corso, gestito dai Fratelli Musulmani). Allo stesso modo, anche il neopresidente USA Obama sembra ricevere una sorta di avvertimento dopo che aveva rilasciato dichiarazioni che lasciavano presagire la possibilità di un cambiamento nella strategia statunitense di sostegno, senza se e senza ma, ad Israele.
Non è questo il luogo per una disamina politica più approfondita, in ogni caso, come Antifa Boxe, vogliamo ribadire che sappiamo bene da che parte stare, a fianco del popolo palestinese che lotta per la libertà, l'autonomia, la dignità, contro la politica omicida di Israele e dei suoi sostenitori internazionali.
FREE PALESTINE
PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFA BOXE

15/11/12

#14N

L'Antifa Boxe vuole esprimere la massima soddisfazione per la giornata di ieri, 14 novembre 2012, e in particolare per l'occupazione della Verdi 15 3.0.
Ci auguriamo che questo 14 novembre sia stato solo l'inizio di una lunga stagione di lotte, intense e radicali.
Per quanto ci riguarda ci vedremo ancora sulle barricate
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PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFA BOXE

31/10/12

COMUNICATO DI SOLIDARIETÀ DELL'ANTIFA BOXE ALLA VERDI 15 OCCUPATA

 Ieri mattina (30 Ottobre) la residenza “Verdi 15” occupata è stata sgomberata e decine dei suoi occupanti identificati. Immediatamente e per tutta la giornata, centinaia di studenti e solidali si sono mossi per le vie del centro verso i palazzi della regione e del comune scontrandosi, in più di un'occasione, con i manganelli e i lacrimogeni delle forze dell'ordine. In seguito, l'esproprio della mensa dell'Edisu (ente regionale per il diritto allo studio) garantiva ai manifestanti di rifocillarsi, prima di concludere la lunga giornata con l'occupazione di Palazzo Nuovo, sede dell'ateneo torinese. 
Come palestra vogliamo esprimere la massima solidarietà e vicinanza agli/alle occupanti e presentare alcune brevi considerazioni sull'accaduto. 
La “Verdi 15” è stata occupata più di un anno fa da studenti e studentesse, italiani e stranieri, per riappropriarsi del diritto allo studio e alla casa che i tagli dell'Edisu, voluti dalla regione Piemonte, avevano loro sottratto. Si trattava di studenti e studentesse che avevano diritto a borse di studio e alloggi che i tagli avevano però mandato in fumo. 
Durante i mesi di occupazione la Verdi era diventata un luogo di riferimento in cui, oltre a trovare posto circa 200 student*, erano state organizzate un' aula studio, una ciclofficina, una palestra e incontri, dibattiti, conferenze, serate ecc. 
Sgomberando la Verdi si è dunque voluto porre fine ad una pratica di socialità e condivisione che, dal basso, dava una risposta concreta alla crisi che le politiche di austerity scaricano sulle fasce più deboli della popolazione. La solidarietà che immediatamente ha raggiunto gli occupanti è stata la prova più evidente del valore di questa esperienza: le cariche, i manganelli, i lacrimogeni non hanno disperso le centinaia di giovani e meno giovani che hanno visto in questa operazione poliziesca una provocazione e un'ennesima prova di quale sia l'unica risposta che i vari governi della crisi (dal Pd di Fassino, alla Lega di Cota, fino al tecnico Monti) hanno da offrire a chi si autorganizza per tentare di riprendere in mano la propria vita. La gestione dello sgombero ha mostrato ancora una volta la professionalità delle forze dell'ordine che, appena entrate, hanno pensato bene di dividere gli occupanti in due gruppi, sulla base delle provenienze geografiche o del colore della pelle (non conosciamo nel dettaglio il criterio). Infine, i mezzi di informazione mainstream (Repubblica e Stampa) si sono superati nella ricostruzione di quanto è accaduto ieri e dell'esperienza della Verdi in generale: le centinaia di persone in corteo erano pochi autonomi (o anarchici, a seconda), gli occupanti erano i soliti autonomi e un gruppo di extracomunitari e clandestini... e in una stanza è stata trovata addirittura della droga! 
Tutti questi signori (politicanti, sbirri e scribacchini) possono pensare e fare ciò che vogliono, niente cancella l'importanza di un'esperienza come quella della Verdi e, soprattutto, niente ferma chi ha iniziato a praticare una alternativa reale alle loro politiche. 

La Verdi non si tocca! 
Solidarietà e complicità con chi lotta 

SEMPRE SU LO SGUARDO!
PALESTRA POPOLARE AUTOGESTITA
ANTIFA BOXE TORINO

24/09/12

ANTIFA BOXE vs RESTO D'ITALIA
IL PROMO

13/09/12

6 OTTOBRE 2012 CSOA ASKATASUNA
ANTIFA BOXE vs RESTO D'ITALIA
5a RIUNIONE NAZIONALE DELLE
PALESTRE POPOLARI AUTOGESTITE
Presentazione e convocazione Palestre Popolari Autogestite.

La Palestra Popolare Autogestita Antifa Boxe Torino presenta, in occasione del suo undicesimo compleanno, la 5° edizione di Antifa Boxe vs. resto d'Italia, una serata di pugilato amatoriale, occasione di incontro e scambio tra esperienze simili alla nostra.
Quest'anno la serata sarà dedicata alla memoria di Teofilo Stevenson (1952-2012), grande campione cubano dei pesi massimi e icona del pugilato dilettantistico. Tra gli anni Settanta e Ottanta Teofilo riuscì a conquistare tre ori olimpici e tre titoli iridati, divenendo una vera icona per la popolazione cubana e una leggenda per il mondo della boxe in generale. Resta famosa la sua risposta ad un'offerta milionaria per passare dal pugilato dilettantistico a quello professionistico (per sfidare l'altra grande leggenda, Muhammad Ali, per il titolo mondiale dei massimi): «Cosa valgono cinque milioni di dollari, quando ho l'amore di otto milioni di cubani?». In questa sua risposta leggiamo un amore per questo sport e una coscienza della differenza tra passione e business nella quale si rispecchia la nostra esperienza e che, proprio per questo motivo, vogliamo ricordare attraverso una figura così importante. 

Il programma della giornata sarà così strutturato:

Ore 14-16: accoglienza, preparazione delle coppie che si sfideranno sul ring e loro valutazione: i pugili potranno fare qualche scambio di prova sul ring, anche per valutare i differenti livelli degli atleti.

Ore 17-20: assemblea delle palestre popolari autogestite, con la presentazione delle proprie esperienze e le eventuali proposte per portarle avanti rendendole sempre più incisive.

Ore 20: cena, come sempre con la possibilità di scegliere tra un menu carnivoro e uno vegano.

Ore 22: apertura porte del centro sociale, inizio riscaldamento atleti e incontri.

A seguire: serata danzante con musica cubana!

Teniamo a ribadire il fatto che non si tratta di una serata di boxe agonistica, dal momento che non è questo il nostro obiettivo, restando per noi prioritario portare avanti, attraverso lo sport e la boxe in particolare, un discorso politico, di aggregazione, di autogestione, di antifascismo. 
Dunque ricordiamo che i due angoli sono tenuti ad avere con sé degli strumenti di primo soccorso; tutti gli atleti e le atlete devono munirsi di protezioni omologate (paradenti, fasce, guanti, casco); i giudici valuteranno l'aspetto tecnico dell'incontro, dunque non l'aggressività o la potenza, quanto piuttosto la capacità di fare della buona boxe.

Ricordiamo inoltre che gli atleti che si fronteggiano sul ring si dividono in due categorie: esordienti e avanzati. Per esordienti intendiamo atleti che non sono mai saliti “ufficialmente” sul ring, ma che abbiano almeno un anno di esperienza in palestra, in modo da garantire un livello tecnico e di sicurezza minimo. Per avanzati intendiamo invece atleti che hanno già avuto esperienze sul ring, ma in contesti come quello della nostra serata, dunque non ex-agonisti.
Infine, come tutti gli anni, ci sarà un angolo rosso dedicato agli ospiti e un angolo nero per i pugili di casa. Invitiamo dunque tutti i partecipanti a procurarsi una maglietta o canottiera rossa per l'incontro. 

Le palestre che vogliono partecipare devono mandare il nome della palestra, la città di provenienza, l'elenco degli atleti e i loro pesi e un recapito (cellulare o mail). Ricevute queste informazioni provvederemo a formare le coppie in base ai pesi (noi dovremmo avere 8-9 atleti di cui 2 donne, gli incontri saranno 10 o al massimo 11). 
Per ogni altra info o domanda scrivete alla nostra mail antifaboxe@yahoo.it oppure mandate un messaggio sulla nostra pagina facebook: Antifaboxe Torino.
Sempre su lo sguardo
Palestra Popolare Autogestita
Antifa Boxe Torino


VENERDI 14
ULTIMA SERATA DELLA FESTA POPOLARE
NON MACATE!!!
Special guest alla consolle Lady Cinzia!

06/07/12

ANCHE AD AGOSTO
CONTINUA IL VENERDI
LA FESTA POPOLARE IN GIARDINO
La festa popolare della palestra Antifa Boxe (ogni venerdì sera nel giardino dell'Askatasuna, C.so Regina 47) è completamente autogestita e autofinanziata. 

Questo significa che si pone al di fuori delle logiche commerciali e consumistiche che caratterizzano i locali del quartiere. Vogliamo che questo pezzo del centro sociale diventi luogo di incontro e socializzazione, ma anche luogo nel quale si rompe la logica del cliente e del consumatore per far vivere, collettivamente, uno spazio del quale ci siamo riappropriati.

I soldi che spendi per la birra andranno a finanziare le spese legali del centro sociale, mentre quelli che spendi per il cibo e i cocktail vengono utilizzati per portare avanti queste serate e per rendere questo giardino sempre più bello ed accogliente.

Qui quindi nessuno viene pagato, nessuno si “fa i soldi”, anche per questo ti chiediamo di considerare questo giardino come uno spazio di tutti quelli che lo fanno vivere e lo vivono e quindi di comportarti di conseguenza: non rompere niente, evita di buttare le cicche o altro per terra, non molestare gli altri e goditi la festa!

14/06/12


INIZIANO I LAVORI!

07/06/12

LA PALESTRA POPOLARE ANTIFABOXE ESPRIME TUTTO IL SUO DOLORE PER LA SCOMPARSA DI CARLA VERBANO MAMMA DI VALERIO,OGGI IN PALESTRA LA RICORDEREMO DAVANTI ALLA BANDIERA DELLA PALESTRA POPOLARE VALERIO VERBANO CHE ABBIAMO DAVANTI AL NOSTRO RING.
TI SALUTIAMO A PUGNI CHIUSI, CIAO MAMMA CARLA E UN ABBRACCIO AI COMPAGNI DELLA VALERIO VERBANO
...sempre su lo sguardo

20/04/12

ORARIO PALESTRA
BOXE CORSO 1 (A): LUN 18.30-20.00, MER 18.30-20.00
BOXE CORSO 2 (M): LUN 20.00-21.30, MER 20.00-21.30
BOXE CORSO 3 (U): MAR 18.30-20.00, GIO 18.30-20.00
CAPOEIRA: MAR 20.00-22.30, GIO 20.00-22.30
BOXE (MISTO): VEN 18.30-20.00
Alcuni dei corsi sono già pieni, per sapere se c'è posto scrivere una mail (antifaboxe@yahoo.it) o passare direttamente in palestra.

18/04/12

Avvisiamo che la consueta riunione nazionale delle palestre popolari "Antifa Boxe vs Resto d'Italia" si terrà nel mese di OTTOBRE, come già avvenuto l'anno scorso, in concomitanza con l'11° compleanno della palestra (intorno al giorno 15), e quindi non a maggio come le edizioni precedenti. Prendete nota!!!
SEMPRE SU LO SGUARDO
ANTIFA BOXE

07/03/12

ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA SETTIMANA DI LOTTE NO TAV APPENA TRASCORSA

Si parte.
Sabato 25 febbraio in Val di Susa si è tenuta una grande manifestazione, senza dubbio una delle più imponenti nella lunga storia dl movimento no tav. Come palestra popolare avevamo lanciato un appello nazionale a costruire uno spezzone con tutte le altre esperienze simili alla nostra, partecipando così con il nostro contributo ad una grande e memorabile giornata di lotta. Quella che è stata a tutti gli effetti una giornata di festa si è rivelata però, nostro malgrado, ma non senza nostra soddisfazione, solo la prima tappa di una intera settimana di intense mobilitazioni alle quali, come palestra e come singoli, abbiamo dato il nostro contributo e sulla quale vorremmo spendere qualche parola di riflessione e bilancio.
Si torna.
La sera stessa di quel 25 febbraio alcuni di noi erano sul treno che arrivava alla stazione Porta nuova di Torino, e dunque si sono trovati ad assistere alla provocazione della polizia nei confronti dei compagni di Milano e del movimento nel suo complesso. Non staremo qui a fare la cronaca di quanto è avvenuto (articoli e video abbondano sul web), ma quello che ci interessa sottolineare è la scompostezza e l’infamia che la polizia, ma più in generale il ceto politico e finanziario che sta dietro al tav, ha mostrato già in quella occasione e che, nei giorni seguenti, avrebbe continuato a mostrare con grande enfasi. Le cariche di Porta nuova (a freddo contro i compagni di Milano prima, alle spalle dei compagni di Milano poi, e infine contro chiunque fosse lì a portare sostegno e solidarietà con una breve caccia all’uomo nell’atrio della stazione) apparivano a tutti dettate dalla volontà di intervenire (a modo loro) su una giornata che mostrava ancora una volta la nostra forza e la nullità politica del partito si tav. il giorno seguente anche i media mainstream hanno fatto del loro peggio per mostrarsi solidali agli sbirri, riportando verità edulcorate o fatti semplicemente rovesciati nella loro relazione di causa-effetto, oppure ponendo degli incredibili distinguo tra quello che “apparirebbe” dai video dei no tav e quello che invece “si vede” nei video della polizia. Primo segnale (non certo una novità!) della compattezza della nostra controparte nel tentativo di distruggere con ogni mezzo possibile un movimento che non solo resiste, ma evidentemente cresce sulla base di pratiche e ragionamenti che sempre di più sono sentiti di interesse nazionale e che sempre di più entrano in risonanza con le esplosioni di protesta che, dalla primavera araba al movimento Occupy, attraversano il piano del capitalismo della crisi.
Insieme.
Ma l'infamia di quel sabato sera non era ancora nulla rispetto a quanto accaduto lunedì mattina. Con uno spiegamento di forze immane, infatti, all'alba di lunedì le ffoo attaccano la baita Clarea per procedere all'occupazione illegale dei terreni interessati dal progetto (ma, anche in questo caso, i terreni occupati vanno al di là dei “confini” ufficiali del cantiere) e ci scappa quasi il morto. Sono infatti chiare le responsabilità della polizia nell'incidente accaduto a Luca, al quale tutto il movimento ha voluto esprimere immediata solidarietà con l'occupazione dell'autostrada Torino-Bardonecchia e con l'immediata generalizzazione della rabbia e dello sdegno ad altre parti d'Italia. I blocchi e le iniziative nazionali hanno risposto e dato forza e coraggio i no tav che in valle hanno deciso il blocco ad oltranza dell'autostrada e delle statali, non solo come azione di disturbo e di boicottaggio (la Sitaf, società che gestisce la A32, è attivamente partecipe allo scempio del tav), ma, di fatto, come vera pratica di contropotere che portava alcuni giornalisti a interrogarsi su chi comandasse davvero in valle. La risposta di lunedì, per quanto misurata e pacata rispetto all'enormità di quanto successo in mattinata, ha mostrato con ogni evidenza che il movimento è inarrestabile e gode della solidarietà e della simpatia di una parte consistente della nazione. Il gesto di Luca, poi, ha mostrato a tutti la verità del coro che echeggia per la valle ad ogni occasione: “la val Susa paura non ne ha”. I tentativi delle ffoo, coperte e spalleggiate dal ceto politico tutto e dai media mainstream, di nascondere le loro responsabilità e di intorbidire le acque parlando di dettagli stupidi e insignificanti piuttosto che del perché un nostro compagno abbia messo a repentaglio la propria vita, hanno raggiunto picchi disgustosi: dagli insulti proposti come titoli di giornale a Cota che, in tv, riesce a dire che la considerazione più importante che è necessario fare a margine di un simile evento è che “è pericoloso salire sui tralicci”. Di fronte a questo schifo e al palese attacco fatto di violenza fisica, intimidazione, censura e distorsione che il movimento si è trovato a fronteggiare, ovunque si è levata una risposta determinata e con un messaggio chiaro: si lotta tutti insieme e si lotta ad oltranza, il tav non passerà, nemmeno sui nostri corpi.
Chiomonte come Atene.
Dopo più di 48 ore di blocchi e occupazioni in valle e di continue azioni di disturbo a livello nazionale, lo stato torna a farsi sentire, nell'unico modo in cui si fa sentire in questi territori: con la forza del manganello e del cs. Mercoledì è una giornata di lotta memorabile: nel pomeriggio una trentina di eroi, con l'appoggio e la vicinanza di centinaia di solidali, resistono sull'autostrada, si siedono e non tremano di fronte alle centinaia di robocop che li circondano, perdono la testa, strattonano e prendono a calci, spintonano e insultano giornalisti e, alla fine, riesco a liberare (si fa per dire) l'A32. Ma il movimento non arretra, radio blackout impazza, tutti quelli che ancora non c'erano corrono su: la valle resiste, i no tav non si spaventano, aumentano. Ancora una volta le ffoo si trovano di fronte centinaia di persone, pacifiche e determinate, non servono a nulla le minacce, non bastano i due idranti che ci vengono puntati addosso, nessuno indietreggia, nessuno se ne va. Chi è in trappola? Chi comanda in val Susa? “noi da qui non ce ne andiam, ben venuti nel Vietnam” intona chi resiste rivolto ai celerini, e dice il vero. Non sanno che pesci pigliare, non sanno come gestire la situazione, dunque rispondono nell'unico modo che conoscono: botte, piogge di gas al cs, inseguimenti per le vie delle frazioni, vetrine di bar sfondate. Anche sulla cronaca di quella serata ci si può documentare abbondantemente altrove, ciò che conta qui è quello che accade dopo, nell'assemblea di Bussoleno, tra stanchezza e ossa rotte: resistere ancora, generalizzare l'opposizione, non arretrare di un millimetro. E la cosa funziona, lo si capisce la sera stessa, lo si vede chiaramente il giorno dopo. I media infamano, distorcono, inventano aggressioni e balle di tutti i tipi. Noi cerchiamo di capire perché. E il coro che recita “Chiomonte come Atene” ci mette sulla strada giusta: non si tratta solo e semplicemente di scontri e violenze, al contrario si tratta di individuare un nodo fondamentale nelle lotte greche e in quelle della Valle e questo nodo si chiama debito. La Grecia è lo specchio in cui si riflette il volto più rapace e predatorio della crisi attuale (un paese in ginocchio e in vendita, colpito da una recessione targata Troika e abbandonato al suo destino di banchetto per la finanza internazionale), così come il tav è l'esempio più lampante di quanto la cura che il governo “tecnico” dovrebbe proporci non è altro che la stessa ricetta che ha causato il male, semplicemente ammantata dall'evocazione della responsabilità e dei sacrifici, dopo l'edonismo burino del precedente governo, e dunque dalla necessità di accelerare i tempi prima che sia troppo tardi (per chi? Per fare che cosa? Non è dato porsi criticamente domande tanto semplici). Dunque sempre di più la lotta della valle diventa una lotta contro un certo modello di sviluppo, distruttivo e predatorio, una lotta sul debito, sulle responsabilità della crisi e su chi dunque debba pagarla. E sempre di più la risposta che il potere dà a queste insorgenze è la violenza e la repressione. È qui che va individuato il nodo che permette alla lotta di generalizzarsi: alla rabbia e alla indignazione dei valsusini, pestati, insultati, militarizzati e umiliati nei loro territori, si unisce la voce di chi vede tutto questo come un passaggio fondamentale nella volontà del governo delle banche di far arricchire i propri mandanti, di far pagare chi sta sotto e di utilizzare ogni mezzo per portare avanti questo progetto.
Lo sbirro del cantiere dovrà tremare.
E, ancora una volta, i media mainstream (tranne qualche rarissima eccezione) si mettono in moto per portare l'attacco contro il movimento. Le ricostruzioni della serata di mercoledì suscitano una risata amara o vere e proprie esplosioni di rabbia, i discorsi fatti attorno alle incredibili manifestazioni di giovedì suscitano semplicemente il disgusto. L'Italia è paralizzata, a leggere sul sito di un qualsiasi quotidiano il semplice elenco delle manifestazioni, dei blocchi e degli attacchi a siti istituzionali si riempie il cuore di gioia, in ogni angolo d'Italia la valle resiste, è un fuoco che brucia: non vogliamo il tav, non vogliamo il vostro sviluppo mortifero e distruttivo, non ci facciamo spaventare né mettere i piedi in testa. Di fronte a questo fiume in piena gli sbirri ripiegano quasi ovunque (a Torino i no tav si muovono indisturbati tra tangenziale, stazione e principali corsi cittadini per ore) e in valle corrono avanti e indietro, muovono decine di mezzi, ma non si mostrano: anche stasera, in valle, comandiamo noi. I media in tutto questo, però, non vedono altro che lo spauracchio della violenza, il terrore di gruppi coordinati e organizzati, il pericolo dell'eversione. Le domande che rimbalzano su tutti quotidiani e i telegiornali sono tanto stupide quanto inutili. I black blok, i violenti, gli infiltrati e avanti sproloquiando: non importa quello che i no tav continuano a rispondere (e non da oggi, per lo meno dal 4 luglio del 2011), e cioè che non ci sono differenze, che il movimento è uno, che non pratica la violenza, ma si difende come può quando viene attaccato da un vero e proprio esercito; i solerti cronisti e specialisti continuano a porre questa sola domanda. Certo è doveroso e politicamente saggio fare dei distinguo, capire che non tutti i giornalisti stanno univocamente dalla parte di polizia e affaristi, ma non ci si può stupire se qualcuno si sente di tirare un po' d'acqua in faccia a una intervistatrice un po' troppo insistente o se, nei boschi sopra Giaglione, qualcuno canta “con tutte le cazzate che scrivi sulla valle, giornalista fuori dalle palle”.
Arrivano i no tav.
Venerdì e sabato sono trascorsi come due giornate di lotta no tav: bloccare un'autostrada o far pagare il casello di Avigliana a Monti, per i cittadini della valle è ormai qualcosa che si fa così, socializzando e sorridendo, ormai abbiamo anni di lotte e barricate sulle spalle, sappiamo quello che dobbiamo fare, spesso sappiamo anche come farlo nel modo giusto. Come diciamo da anni, siamo noi che decidiamo quando e come muoverci, in valle, e, da oggi, non solo. Infine domenica si è chiusa una settimana di mobilitazione eccezionale, sostenuta dalla rabbia per quello che hanno fatto a Luca e dalla vicinanza che tutti, in ogni nostra azione di lotta, vogliamo esprimergli. Gli sbirri hanno dovuto vedere ancora una volta quanto poco la loro truce presenza ci spaventi e il governo ha dovuto uscire dal suo ignobile silenzio (che valeva un appoggio incondizionato alle porcate fatte dalle ffoo tra lunedì e mercoledì) e prendere la parola. Certo, quella di Monti non è una voce che ci aggrada particolarmente sentire, anche perché come “tecnico” e “professore” non ha saputo fare altro che servirci la solita sbobba fatta di necessità, progresso, competitività, esclusione dall'Europa e via cianciando. Tuttavia il movimento l'ha costretto a scendere in campo e a mostrare in maniera lampante l'assoluta continuità tra questo governo e i precedenti quando si tratta di garantire profitti per gli amici e di fottersene dei cittadini, della giustizia e della legalità che tanto amano sbandierare. Un motivo in più dunque per rendere ancora più determinata la resistenza, per generalizzarla a tutto il paese e per collegarla alle insorgenze che attraversano il resto del mondo. Da questo punto di vista il loro piano fatto di riduzioni e spiccioli per chi si piega è destinato a fallire nella maniera più misera: i no tav non si comprano, perché non vogliono briciole, vogliono un altro mondo, in cui Monti e i suoi amici, evidentemente abituati a vendersi e comprarsi per qualche milione di euro, semplicemente non nuocciano più.
La fine della settimana non porta certo la fine della lotta, semmai la consapevolezza che siamo sempre più forti e che la controparte è capace di usare davvero ogni mezzo contro di noi, ma se siamo arrivati fin qui non è certo per tornarcene a casa sconfitti. I compagni in carcere, Luca all'ospedale sono nei nostri occhi con il loro esempio, nelle nostre braccia e nei nostri cuori quando resistiamo. Anche per loro, e presto con loro, i no tav continuano a resistere e combattere e continuano ad arrivare al confine del non cantiere, ad assediare, a tagliare reti e a mostrare a tutti che “siamo no tav, fermarci è impossibile”

Solidarietà a chi è in carcere, a Luca, a chi resiste in valle e nel resto d'Italia
Antifa Boxe Torino

15/02/12

25 FEBBRAIO CORTEO NO TAV
PROPOSTA DI UNO SPEZZONE DELLE PALESTRE POPOLARI
La palestra popolare AntifaBoxe torino propone di creare uno spezzone della palestre popolari contro il TAV in occasione del corteo nazionale che si terrà il 25 febbraio in Val di Susa.
Noi pensiamo che sia necessario dare visibilità a una realtà, di fatto, diffusa in tutta Italia, dal nord al sud. Ci interessa uscire dalla palestra e portare i nostri contenuti a sostegno delle mobilitazioni popolari, in particolare nella lotta NO TAV. Una lotta in cui ci riconosciamo e che si caratterizza da anni  per il suo forte connotato popolare.
Il 25 febbraio potrebbe essere un'ulteriore occasione per stare tutti insieme  e continuare,  un percorso di condivisione  e confronto dei nostri percorsi e delle nostre progettualità in un contesto più ampio come quello di un corteo nazionale.
Lo spezzone delle palestre  che abbiamo in mente non vuole essere autorappresentativo o militante, ma semplicemente popolare come la realtà che rappresentiamo. Uno strumento che permetta a  chi partecipa e si riconosce nelle attività e nelle idee delle palestre popolari di avvicinarsi alla lotta NO TAV, condividendo insieme a noi un momento di piazza.
Chiediamo l'adesione a tutte le palestre che sono interessate a questa proposta. In funzione della adesioni si deciderà se costruire questo spezzone oppure no.  Ci rendiamo conto che sarebbe necessario un pò più di tempo per valutare l'interesse e le adesioni, ma ciò non è possibile visto gli ultimi avvenimenti.
Siamo interessati a una vostra risposta entro questa settimana.
Noi lunedì 20 febbraio comunicheremo se lo spezzone si fa, dando tutti i riferimenti organizzativi.
Sempre su lo sguardo, AntifaBoxe Torino

03/02/12

MARTEDI 7 FEBBRAIO LEZIONI SOSPESE
CONCERTO ALLE VALLETTE DALLE 17.30
 LA VALLE NON SI ARRESTA!
TUTT* LIBER* SUBITO!

31/01/12

11 FEBBRAIO 2012
CENA BENEFIT CSOA ASKATASUNA

26/01/12

La palestra popolare Antifa Boxe esprime tutta la sua solidarietà agli arrestati ed alle arrestate.
Da sempre presenti alle mobilitazioni No Tav consideriamo l'operazione di polizia effettuata alle prime ore dell'alba con l'arresto di molti compagni/e del movimento una semplice operazione mediatica con l'obiettivo di intimidire chi in più di vent'anni porta avanti una lotta in difesa di un territorio che si vorrebbe sacrificare alle lobby mafiose che si celano dietro il progetto dell'alta velocità Torino Lione.
Il movimento No Tav è da sempre un esempio di lotta per chiunque pensi che si possa vivere in un mondo diverso, in un mondo dove i territori sono salvaguardati, dove l'uomo è al centro della società e non è considerato solo come un consumatore e dove la democrazia è partecipazione e non è determinata dai partiti politici.
Evidentemente sono idee e prese di posizione che quando diventano una coscienza collettiva spaventano chi di questo mondo vuole fare un prodotto da vendere.
Per questo siamo No Tav e per questo siamo vicini agli arrestati/e.
Con il sorriso tra le labbra e i pugni chiusi andiamo avanti, la paura non è di casa, diretti contro il tav.
palestra popolare Antifa Boxe Torino